Il paesaggio agrario tipico di Bronte, è molto contrastato da una natura profondamente varia, con vecchie zone golenali
trasformate in olive, frutteti e tante altre coltivazioni arboree specializzate. Nelle antichissime colate laviche, tra sassi e rocce vulcaniche, il contadino ha piantato ulivi ed il famosissimo pistacchio di Bronte. A tratti queste terre con la caratteristica argillosa del suolo con vasti solchi stretti profondi e con ripide creste, sono occupati da pascoli. Scendendo lungo il fiume, ci sono formazioni laviche a poligoni o basalto colonnale, dovuto al raffreddamento delle colate laviche a contatto con le acque del simeto. Dal difficile contrasto ambientale, molti terreni sono stati resi agricoli, costruendo sin dall’antichità terrazzamenti con pietre vulcaniche a secco (in dialetto brontese rasuri), dove vengono coltivati l’ulivo e vigneti, che con particolare cura hanno reso il territorio sempre più un’architettura naturalistica della montagna.
Celebre per la serenità e la limpidezza del cielo, ha un clima dolce, nelle basse pendici litoranee, con inverni miti e con i calori estivi rinfrescati dalle brezze del mare.
Le precipitazioni scarse nel semestre estivo, predominanti nel semestre invernale, sono di regola fra i 600 ed i 700 metri. Con il crescere dell’altitudine si trova una zona temperata, così che superiore ai 1.500 metri, si passa ad un clima crudo, con estati relativamente caldi per l’infuocarsi della superifice nei neri lapilli lavici, e freddi inverni con abbondanti precipitazioni nevose dove si formano stati acquiferi ricchissime, convogliate sotterraneamente arricchendo i fiumi Simeto ed Alcantara.